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al testo di Salvatore Solinas
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Quell’anno finirono di edificare La torre di Babele E i poeti scrissero versi Ciascuno nel suo linguaggio interiore Inseguendo notturne visioni. La Bellezza nutriva Quella variegata schiera Che intagliava parole Con la purezza dei diamanti. Ma la Bellezza è come la luna Ha una faccia luminosa Specchio del trascendente E una faccia buia Che a nessuno si mostra Specchio dell’umano rancore. Coloro che salirono In cima alla torre Raccontarono che demoni Abitavano il cielo. I loro canti paurosi Straziavano l’aria Lacerando i più intimi e segreti veli. In quel tempo Furono scritti i grandi poemi E le prime tragedie. In quel tempo L’animo umano così denudato Mostrò il suo candore di plenilunio E il suo peccaminoso mistero.
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